:::Filippo Delmonte::: | Giornalista Sportivo
   
REDAZIONALI
 
 
01/02/2007
La chiesa e la politica!

Fortuna sfacciata possiedono i cugini francesi. Pensate se la cattività avignonese si fosse protratta oltre il 1377, anno in cui la sede pontificia tornò a Roma, oggi i francesi non farebbero tanto i laici, anzi avrebbero i problemi che invece dobbiamo affrontare noi con il Vaticano in Italia.
La chiesa da quello che ho imparato dovrebbe curare le anime, dare sicurezza e insegnare la tolleranza, evitando politica, polemiche derivanti da fatti più o meno di cronaca. Invece cosa fa la chiesa moderna? Tutti i giorni qualcuno esce e critica le decisioni del governo, nella fattispecie i Pacs. Ma scusate non dobbiamo essere tollerare anche i diversi? Pare proprio di no vista la campagna, politica, che il Papa e i suoi adepti hanno improntato. Tutti vogliono avere l’ultima parola in un dialogo che nemmeno dovrebbe esistere se analizziamo l’articolo 7 della costituzione- che cita-“ Lo Stato e la Chiesa cattolica sono, ciascuno, nel proprio ordine, indipendenti e sovrani. I loro rapporti sono regolati dai Patti Lateranensi…” Da questo scorcio si deduce che ognuno dovrebbe avere voce in capitolo a seconda della mansione esercitata. Il governo quindi deve dare un taglio netto a questo querelle che ogni giorno ci bombarda, minando i nostri diritti di Stato laico e di Paese evoluto. Al Papato, alla Cei, al cardinale Ruini non va bene come opera lo Stato? Liberi di pensarlo ma senza mettere paletti in quanto non sono loro che decidono su una legge che va e andrà a toccare un campo delicato come quello della famiglia e della convivenza tra due persone, eterosessuali o omosessuali che siano. La riforma ci vuole per un semplice motivo. Il mondo va avanti correndo e dunque bisogna tenere il passo. Le unioni non sono più come cento o cinquanta anni fa. Oggi i rapporti sono ahime più labili e differenti. La gente non si sposa più come una volta ma si ama ugualmente e quindi diamo delle norme alla convivenza e facciamo sì che anche le coppie di fatto possano avere diritti. Lo stesso vale per le coppie gay, le quali uniscono persone dello stesso sesso ma che hanno un denominatore comune con le coppie eterosessuali, l’amore. E quindi difendiamo questo grande sentimento rendendo più facile la vita e la burocrazia anche a chi decide di non convogliare a nozze. Basta quindi con discorsi sterili e polemiche da quattro soldi, valutiamo il mondo che abbiamo intorno cercando di dargli regole giuste senza però interferire su altri fattori.
La Chiesa da parte sua vuole fare politica? No grazie! A lei va il compito di salvare le anime, cercare di instradare il popolo sulla retta via niente più. Deve salvaguardare i fedeli senza però mettere il bastone tra le ruote a chi non crede necessariamente nei sacramenti. Si tratta di lealtà e di tolleranza, cosa che al momento risulta contraria. Infine anche la politica dovrebbe decidere in modo indipendente rappresentando così i propri cittadini e non facendo il gioco dei vescovi che si permettono di stoppare anche le richieste del presidente Napolitano.
Abbiamo bisogno di leggi che guardano al futuro e per favore vediamo di andare avanti. Non facciamo come con la fecondazione assistita che la politica della chiesa e di un governo decrepito hanno fatto sì che tutto sprofondasse e rimanessimo al palo in una scelta che regalava felicità alle famiglie.
Ci vorrebbe Zapatero!

 
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