:::Filippo Delmonte::: | Giornalista Sportivo
   
REDAZIONALI
 
 
17/09/2007
Il caso Pirro a Misano. Piloti come gladiatori!

L’uomo per vivere ha bisogno di miti, di eroi che si distinguono per imprese epiche che fanno sognare, immaginare. Una sorta di ottimismo pervade l’individuo che sogna di diventare anche per un minuto un eroe. Anni di dirette televisive, di motomondiale in tv, di interviste al dottor Costa hanno alimentato il mito del pilota, un grande uomo in grado di cavalcare il destriero d’acciaio come direbbe il filosofo dottor, anche in condizioni fisiche menomante.

Il pilota è così, si distingue dall’operaio perché la sua voglia di correre è superiore a ogni cosa, vuole correre, combattere animato da una passione quasi morbosa per le due ruote. E questo fattore aiuta, non poco, i medici nella terapia di recupero da somministrare e nel facilitare la figura mitica del pilota di moto.

A tutto c’è però un limite! A Misano Michele Pirro ha dato una botta degna di nota nelle prove del sabato. Non si è fratturato nulla, tante botte per fortuna, ma in compenso nel ruzzolone ha rotto due denti picchiando di conseguenza fortemente la testa. Questo però non ha preoccupato o fatto sorgere il minimo dubbio. Michele stoicamente è risalito in moto nel pomeriggio, ha abbassato il suo limite e si è guadagnato la pole position, ha ritirato la coppa e si è accomodato piuttosto mogio sulla sedia.
Domenica Pirro ha corso, e come ha corso, ha finito secondo dietro Pierino Corti e così ha ipotecato il titolo. Ha fatto quindici giri belli viste le condizioni fisiche e poi è arrivato il momento del podio.

Non riusciva a scendere dalla sua R1. Gli facevano male gambe e polso, era stremato. Subito ho pensato: è andato a cannone per una gara intera, ha tenuto testa a Corti e Dionisi che piano non vanno e ora fa la scenata napoletana per calamitare l’attenzione della gente, sminuendo di conseguenza il valore degli avversari e mettendo in pirmo piano la sua epica impresa, più volte sottolineata da Boris, lo speaker. Ha corso con due denti rotti, botte nel corpo, eccetera, mitico! E bravo a sceneggiare.

Quando è arrivato in zona podio mi sono invece reso conto di un’altra cosa. Questo ragazzo era veramente provato. Più che nel fisico nella testa. Totalmente assente. Quasi incapace di parlare, alzare lo sguardo. Ha difeso con i denti la leadership del campionato e mi chiedo come abbia fatto. Misteri della fede. Ma quello che mi ronza in testa è capire come mai nessuno lo abbia fermato. Certo i piloti vogliono correre e il loro desiderio è ancor più vivace quando sono in testa alla classifica, ma si può mettere davanti alla vita umana un numero 1 su una carena di vetroresina? Se Pirro anziché fare l’eroe di Misano avesse per un attimo perduto i sensi mentre era in moto e fosse caduto insieme a Corti e Dionisi e avesse di nuovo picchiato la testa cosa avremmo scritto? Ieri è andata bene! Ma non va sempre così e soprattutto i medici non hanno visto la situazione del ragazzo? Nessuno, nemmeno quelli del suo entourage, si è chiesto ma questo può correre?

In Inghilterra se fai la visita con il medico e dici ah mi fa male il polso, tu non parti. In Italia invece parti anche in condizioni critiche. L’assenza della Clinica Mobile si è sentita nel CIV, ma soprattutto si è sentita la mancanza di uno stop. Abbiamo trovato l’eroe di giornata e tutti sono contenti, ma che fortuna! Pensate se andava diversamente!

Due anni fa il mio caro amico Alessio Corradi cadde nei test a Brno, picchiò la testa. Due settimane di stop e niente gara di Misano. Pirro invece cade sul curvone e nessuno dice niente. Sfortunatamente la testa può andare in tilt in qualsiasi momento e dunque il rischio è sempre alto.
Smettiamo di dire eroi e diciamo incoscienti e soprattutto non controllati. I piloti sono sempre più gladiatori e questo sinceramente mi fa schifo! Si parla di sicurezza e questa sarebbe sicurezza?

 
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