Fallisce Guru, fallisce il modello fighetto parmigiano. Con l’arresto di Cambi, nell’aria già da qualche tempo, la bella Parma ritorna sui giornali in prima pagina. Dopo Tanzi e la Parmalat è la volta della margherita. Dimensioni più piccole quelle di Guru, ma ancora una volta il ducato va sott’acqua, insieme a milioni di euro sperperati o nascosti, questo sarà la magistratura a dirlo, ma intanto rimaniamo con 70 dipendenti dal futuro incerto in una città dove l’apparenza è quasi tutto. Un bravo ragazzo dicono di Cambi, pronto ad aiutare tutti e questo è vero viste le sponsorizzazioni elargite ai vari locali, bar di Parma. E la ricompensa qual è stata? Che il buon Matteo si è trovato solo in casa, drogato, con un’azienda in acque sempre più torbide e dunque viene spontaneo chiedersi perchè nessuno lo abbia aiutato. Gli amici o pseudo tali non sono stati in grado di stargli vicino in momenti sicuramente tragici e questo è lo specchio di un mondo dove i valori come l’amicizia siano andati a farsi fottere. Forse con qualche parola, senza guardare portafogli, macchine di lusso o ragazze da mille e una notte al buon Cambi una parola avrebbe fatto meglio. Però figlio di un’apparenza e di un agio che sulla carta fanno la differenza, si è trovato solo in un mare di squali pronti a mangiarti e succhiarti, solo come un cane pieno di droga e dunque pronto a fare a brandelli un impero arrivato troppo in fretta. Il che significa: ok l’idea e il guadagno improvviso, ma attenzione a non bruciarsi troppo in fretta. I soldi fanno anche questo. Intanto lui pagherà? Poco come Tanzi, i dipendenti invece si. Colpa di chi? Sicuramente del proprietario, ma anche chi con lui ha amministrato, l’epoca dei santi è finita, così come quello della Parma bene, quella ricca che fa sfoggio di macchine pagate con debiti e cambiali. L’aparenza trionfa e i valori affondano. Sarebbe ora di guardarsi e guardare dentro, prima che fuori. |