:::Filippo Delmonte::: | Giornalista Sportivo
   
REDAZIONALI
 
 
02/03/2006
Phillip Island, una pista da piloti veri

L’isola dei pinguini, ovvero la magica Philipp Island, ospita la seconda incandescente sfida iridata delle derivate di serie a una settimana di distanza dalla spettacolare doppia manche di Doha.
Una conformazione vecchio stile, in grado di esaltare le doti di guida dei piloti veri, la pista australe fa sempre una selezione naturale dei protagonisti grazie a curve difficili, veloci e dove conta tanto saper tenere aperto il gas anche nei classici punti da pelo sullo stomaco. Infatti per dare un semplice dato, il gas viene tenuto aperto per il 70% del giro, non male!
Troy Corser in quel di Phillip Island ha trionfato sei volte (con tre marchi diversi: Ducati, Aprilia e Suzuki), ottenuto quattro pole position e detiene tuttora il record della pista, conquistato nel 1999 con lo stratosferico tempo di 1’33”0, mentre 1’32”1 è il super record ottenuto in prova. A fronte di questi dati, il campione del mondo in carica, è l’uomo da battere sulla pista casalinga che vede a quota 5 successi Anthony Gobert, mentre Bayliss è a 2, doppietta fatta nel 2002 anno.

Quindi si rinnoverà la sfida tra canguri, cosa non certo nuova, ma nella bagarre si potranno inserire anche gli naltri piloti con Kagayama, poleman lo scorso anno, Haga, Xaus, e Lanzi con buone chance anche per Laconi, vincitore di una manche nel 2004, e tutto gli altri, a partire da Toseland vincitore a Doha nella pirma manche e di buon auspicio se analizziamo la cabala che vide James trionfare nella prima manche di Valencia nel 2004 e poi salire sul tetto del mondo nello stesso anno.

Va forte anche Steve Martin sulla fantastica isola e infatti con la sua Petronas ha ottenuto crono di pirmo piano durante i test invernali e anche nello scorso campionato fu tra i protagonisti. Insomma una pista per piloti di casa, avvantaggiati dal c conoscere bene un tracciato così ostico, infatti un altro dato conferma questa teoria: 18 delle 29 manche disputate sono andate nelle mani di piloti locali con striscia iniziata da Goddard nel 1990.

Anche in Supersport il discorso non varia molto. Chi ha vinto di più sono gli australiani, 4 volte primi con Curtain, Pitt, Vermeullen e Brokes, su sei edizioni disputate, mentre sono partiti dal palo in tre occasioni. Chi ha spezzato l’egemonia dei canguri sono stati Whitham, nel 2000, e Charpentier, lo scorso anno.
Quest’anno chi vincerà? Il pronostico si complica rispetto al Qatar. Il francese lo scorso anno vinse ma dovette sudare per avere ragione di Curtain, estremamente veloce sul tracciato in riva all’oceano, che nel 2003 strabiliò con una Yamaha R6 di serie, utilizzata nel campionato australiano che fece tutta la gara davanti nonostante l’evidente gap. Altro conduttore da tenere in considerazione sarà Brokes, vincitore nel 2004, dopo un’epica battaglia proprio con Curtain, che arriva dopo il buon esordio di sabato scorso sulla Ducati 749 del team Caracchi.

Infine un’ultima cosa: Phillip Island è insieme a Monza e Brands Hacht il tracciato più affascinante e dunque una delle gare mito della Superbike. Oltre al circuito il bello viene rappresentato da un Paradiso terrestre che si amplia fuori dal tracciato. L’oceano è lì che circonda questa isoletta collegata alla terra ferma da un breve ponte di colore bianco e poi si entra nel paese: tranquillo, case basse e un silenzio infranto solo dalle onde del mare. Un posto magnifico dove poter passare delle vacanze indimenticabili. Se avete intenzione di guardare un GP, l’Australia è il posto giusto anche se lontano. In termini di budget quello che più costa è l’hotel, perché vitto e alloggio sono molto meno cari che in Italia

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